E’ necessario chiarire un punto: come ricevere la Santa Comunione?

Per cominciare, occorre precisare che nella Chiesa di Roma l’Eucaristia si riceveva sulla mano e in piedi, poi successivamente nel corso del IX e X secolo fu progressivamente proibito di prendere in mano il pane consacrato. Dobbiamo chiederci: per quale ragione? Si trattò dell’inizio di tempi oscuri per la celebrazione eucaristica, come qualcuno ha recentemente affermato? Nessuna oscurità, semmai opportunità dettata dai tempi. In realtà dietri ai modi di ricevere la comunione vi può anche essere una errata concezione della Santa Messa. Bisogna tenere conto che Berengario di Tours proprio nel IX sec. negò la presenza reale di Cristo nell’Eucaristia. Dunque la Chiesa Cattolica ha reagito in un certo qual modo introducendo la modalità di ricevere la comunione in ginocchio per sottolineare che ci si trova dinanzi alla presenza di Cristo e che l’Eucaristia è sì, Pane del Cielo di cui ci si nutre nella Santa Messa, ma anche Presenza dinanzi alla quale si sta in atteggiamento di adorazione. Durante la liturgia si vive fondamentalmente questa dimensione di adorazione perché si sta dinanzi ad una presenza. Una presenza che si rinnova nel Sacrificio Eucaristico. Parliamo di un Sacrificio! Non di un pasto frugale! L’Eucaristia nasce dall’ultima cena che anticipa quanto Cristo realizza con l’offerta di sé sulla Croce. Se non vi fosse la Croce – che talvolta sparisce, e non è più al centro dei nostri altari – la nostra celebrazione diventerebbe solo un ricordo di un pasto fraterno. Non sarebbe la Messa Cattolica. Paolo VI ebbe a dire che

«Nostro Signore Gesù Cristo istituendo il Mistero Eucaristico, ha sancito col suo sangue il nuovo Testamento di cui egli è Mediatore, come già Mosè aveva sancito il Vecchio col sangue dei vitelli. Difatti, come racconta l’Evangelista, nell’ultima Cena preso il pane, rese grazie e lo spezzò e lo diede loro dicendo: Questo è il mio corpo dato per voi: fate questo in memoria di me. Similmente prese il calice, dopo la cena, dicendo: Questo è il calice del Nuovo Testamento nel mio sangue, sparso per voi. Ordinando agli Apostoli di far questo in sua memoria, volle perciò stesso che la cosa si rinnovasse in perpetuo. E la Chiesa nascente l’ha fedelmente eseguito perseverando nella dottrina degli Apostoli e radunandosi per celebrare il Sacrificio Eucaristico» (Paolo VI, Mysterium fidei, n.28).

Come si vede, la dimensione sacrificale della celebrazione eucaristica non è stata sovvertita dalla Chiesa “post-conciliare”. Per quanto riguarda l’opportunità di ricevere la comunione sulla mano, si tratta di un indulto concesso dalla Chiesa. Il 29 maggio 1969 la Congregazione per il culto divino, con l’istruzione Memoriale Domini, ha poi offerto alle Conferenze episcopali di poter chiedere per i fedeli di ricevere la Comunione sulla mano. Vari indulti concessi alle Conferenze episcopali che ne hanno fatto debita richiesta alla Santa Sede concedono che la santa Comunione possa essere ricevuta anche sulla mano, pur senza mai escludere il modo tradizionale di riceverla direttamente in bocca. L’Ordinamento Generale al Messale Romano al n. 161 afferma:

Il comunicando…riceve il sacramento in bocca o, nei luoghi in cui è stato permesso, sulla mano, come preferisce”.

Inoltre l’istruzione della CEI del 1989 al n. 15 afferma che «accanto all’uso della Comunione sulla lingua, la Chiesa permette di dare l’Eucaristia deponendola sulle mani dei fedeli protese entrambe verso il ministro, ad accogliere con riverenza e rispetto il Corpo di Cristo. I fedeli sono liberi di scegliere tra i due modi ammessi». La modalità di ricevere l’Eucaristia sulle mani sta “accanto” all’uso della Comunione sulla lingua. Dunque nessun sacerdote o vescovo può umiliare redarguendo pubblicamente i fedeli che optano per una modalità piuttosto che un’altra.

Il documento più recente che tratta l’argomento risale al 2004 e afferma:

«Nella distribuzione della santa Comunione è da ricordare che i ministri sacri non possono negare i sacramenti a coloro che li chiedano opportunamente, siano disposti nel debito modo e non abbiano dal diritto la proibizione di riceverla. Pertanto, ogni cattolico battezzato, che non sia impedito dal diritto, deve essere ammesso alla sacra comunione. Non è lecito, quindi, negare a un fedele la santa Comunione, per la semplice ragione, ad esempio, che egli vuole ricevere l’Eucaristia in ginocchio oppure in piedi.» (Redemptionis sacramentum, n.91).

E’ chiaro che non bisogna assolutizzare la forma esteriore con cui si riceve la comunione: in tutte le modalità, è possibile che non corrisponda un’adeguata preparazione e consapevolezza interiore. Tuttavia sarebbe opportuno evitare di leggere ideologicamente alcuni gesti che sono previsti dalle norme della Chiesa. Preghiamo per i nostri pastori.


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