C’è una mistica, Alessandrina da Costa, la cui memoria ricorre oggi, 13 ottobre, che mossa dallo Spirito Santo si è offerta vittima a Dio e ha condotto una vita santa e talmente unita a Lui, che Dio stesso le si è rivelato con parole e profezie per dire qualcosa a tutti noi.
Mons. Orazio de Araujo, all’apertura del processo di canonizzazione della Beata, ha affermato: “In Alexandrina si vedeva e si sentiva Cristo per trasparenza”.
Tutto iniziò quando Alessandrina, nei primi anni del ‘900, era una giovane adolescente portoghese e dei ragazzacci irruppero nella sua casa per farle violenza. La ragazza, pur di non violare la sua purezza e verginità, corse verso la finestra, cercando scampo, gettandosi nel giardino, ma la caduta le fu fatale rimanendo per sempre paralizzata. Nel 1928 si recò in pellegrinaggio a Fatima nella speranza di un miracolo, ma non ottenendo la grazia della guarigione, comprese che la sua missione era quella di offrirsi vittima per la salvezza delle anime. Da questo fatto iniziò la vita mistica di Alessandrina la quale per centottantadue volte rivive la passione di Cristo tutti i venerdì e dal 1942 fino alla sua morte, per tredici anni e mezzo, non ingerì alcuna bevanda né alimento, all’infuori della Comunione quotidiana.
Santa Maria Maddalena de Pazzi spiega proprio che quando l’anima giunge all’unione trasformante “Il Verbo stesso discende in lei e vi opera ciò che realmente ha fatto nella sua Umanità dall’incarnazione alla morte”.
Ecco alcune rivelazioni di Gesù alla Beata Alessandrina da Costa:
«Figlia mia, la sofferenza, la Croce è la chiave del Cielo. Ho tanto sofferto per aprire il Cielo all’umanità e, per molti, inutilmente. Dicono: – Voglio godere, venni al mondo soltanto per questo, voglio soddisfare le Mie passioni. Dicono: – Non esiste l’inferno! – Io sono morto per loro e dicono che non Me lo avevano chiesto, e contro di Me pronunciano eresie e bestemmie. Per salvarli Io scelgo anime e metto sulle loro spalle la Croce e Mi assoggetto ad aiutarle. Felice l’anima che comprende il valore della sofferenza! La mia Croce è soave se è portata per amore Mio».
«Vengo a chiederti ciò che in nome mio venne a chiedere a Fatima la Mia Madre benedetta: penitenza, orazione, emendamento di vita. Dammi il tuo dolore, placa la giustizia di Mio Padre, ripara il Mio Divin Cuore. Lo esigono i peccati di lussuria, le iniquità degli sposi, delle anime pie a Me consacrate».
«La purezza, la castità è il fior fiore (delle virtù), è quello che Mi incanta di più. Poiché sei veramente pura, vengo alla tua purezza a chiedere riparazione per gli impuri e la riparazione per le famiglie. Quale dolore per me!
Le famiglie profanano il grande Sacramento del Matrimonio. Peccano, e io a vederli peccare! Peccano alla mia Divina Presenza. Io volto le spalle, nascondo il mio volto. Non hanno vergogna di me, mi vergogno Io di loro. Riparami, riparami per tante anime folli, che, mostrandosi nude invitano al peccato, mi offendono gravemente».
«Io piango, Io piango, mia cara figlia per non poter aiutare di più i miei figli. Io li amo ed essi non mi amano; Io li voglio ed essi non Mi vogliono; voglio perdonare loro ed essi non vogliono il Mio perdono!».
«Sono il tuo Maestro. Felice te se imparerai bene le mie lezioni e le metterai bene in pratica! Ho stabilito in te la Mia dimora. Sei un Tabernacolo non costruito da mani umane, ma da mani divine… Cercami nei Miei Tabernacoli, così Mi consolerai molto; ma cercami (anche) dentro di te, nel Tabernacolo della tua anima che lo ho preparato per Mia abitazione. Là Mi troverai… lo desidero ansiosamente che tu impari le Mie lezioni, ed io ho molto da insegnarti, e tu hai molto da imparare affinché molti vengano ad imparare da te le stesse lezioni, calcando le stesse orme per seguire gli stessi cammini».
«Io voglio molte anime eucaristiche: io voglio anime, molte anime che stiano attorno ai Tabernacoli, che volino a Me come le rondinelle a stormo volano verso i loro nidi. Che mi chiedano tutto ciò che vorranno davanti a Me, nella Santissima Eucaristia: è da là che viene il rimedio per tutti i mali. Che mi invochino per gli infelici peccatori, che si abbandonano alle passioni, e non si ricordano che hanno un’anima da salvare e un’eternità li aspetta tra breve».
«Tieni nelle tue mani la Croce, stringila forte al cuore. L’umanità intera rimarrà dentro al Rosario. Parla alle anime, parla loro del Rosario e dell’Eucaristia. Rosario, Rosario, Rosario! Eucaristia, il Mio Corpo, il Mio Sangue! L’Eucaristia con le Mie vittime: ecco la salvezza del mondo…».
Ti ho scelta, figlia mia, … per questi tempi in cui la malizia umana ha raggiunto il suo culmine e non cessa di sfidare la giustizia del Mio Eterno Padre. Sono venuto a questo calvario a prendere la riparazione che una vittima può dare al suo Signore. Dammi il tuo dolore, figlia mia, nascosta nella mia grandezza.
Solo chi entra nel Cuore Immacolato di Maria, chi gli si affida, chi gli si consacra è certo, oggi, di ottenere salvezza, rimanendo invece a rischio di salvezza eterna chiunque rifiutasse questo mezzo eletto dal Cielo per la salvezza del mondo.
Se tu potessi vedere, figlia mia, come sono offeso in quest’ora contro la virtù della purezza, moriresti di orrore e di dolore. Ma la tua riparazione mi fa dimenticare le molte offese. Questa consolazione posso averla soltanto da una vergine di purezza angelica. – … – Eccomi pronta per tutto, mio Signore!… La purezza è la virtù che maggiormente amo e per cui soffro di più: solo per Tua grazia e misericordia non Ti ho offeso gravemente… –
Stamane, con la venuta di Gesù sacramentato, sono spuntate in me nuove ansie che hanno dato inizio ad un nuovo mondo nel mio cuore. E’ un edificio mondiale in costruzione. Le ansie sono di purezza e di amore: l’edificio deve essere costruito con questo. Che fiamme ardenti, che fuoco bruciante! Questa purezza e questo amore non sono miei: sono per l’edificio, per il mondo. Mio Dio, ansie che consumano! Vorrei parlare al mondo intero, vorrei parlare solo in amore e purezza; vorrei che vivesse soltanto di queste ricchezze… (diario, 5-4-1945).
Gesù mi ha detto: – Imparino da te le ragazze a conservare per Me il candore della loro purezza; imparino gli anziani e i giovani, i ricchi ed i poveri, i sapienti e gli ignoranti, imparino tutti ad amarmi nella sofferenza, a portare la loro croce… La conoscenza che ti ho dato del male non ha tolto alla tua anima lo splendore e la grazia: conoscerlo, non è praticarlo. Soltanto così potevi dare al mio divin Cuore la riparazione per tanti peccati delittuosi.
L’uomo non prega volentieri. È facile che egli provi, nel pregare, un senso di noia, un imbarazzo, una ripugnanza, addirittura un’ostilità. Qualunque altra cosa gli sembra allora più attraente e più importante. Dice di non aver tempo, di avere altri impegni urgenti, ma appena ha tralasciato di pregare, eccolo mettersi a fare le cose più inutili. L’uomo deve smettere di ingannare Dio e se stesso. È molto meglio dire apertamente: “Non voglio pregare”, piuttosto che usare simili astuzie. (Romano Guardini, Introduzione alla Preghiera)
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