Non avevo più forza di fare niente. Sono finita a casa dei miei con le dimissioni dello psichiatra, stando sdraiata sul letto e temendo addirittura di guardare fuori dalla finestra. Guardandomi indietro nel tempo mi rendo conto di aver vissuto la mia stessa morte. Purtroppo i farmaci non aiutavano. Alla fine però è arrivato l’aiuto.
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Sedendomi per scrivere la testimonianza sulla Novena alla Madonna di Pompei, di fatto non sapevo da dove cominciare. Dal fatto che ho avuto un’infanzia pesante, litigi e confusione in casa? O forse dal fatto che ero un’adolescente ribelle che è entrata troppo in fretta nella vita adulta? O forse dovrei cominciare dalla mia relazione nella vita adulta con un uomo sposato, nella quale mi sono invischiata terribilmente e da cui non riuscivo ad uscire, nonostante lo volessi tanto? O forse dovrei cominciare dal fatto che un giorno Dio mi ha isolato dagli amici e dai conoscenti che mi ero fatta fino ad allora, e dalla mia famiglia. Ero rimasta sola in una grande città. Coincidenza. Come risultato avevo tanto tempo per pensare. E’ stato un tempo datomi da Dio per ripensare alla mia vita.
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Sono tornata in Chiesa. Ero felice al solo pensiero di tornare a messa. Desideravo così ardentemente i sacramenti che col tempo sono arrivata ad andare a messa tutti i giorni. In quel tempo, tuttavia, non andava tutto per il verso giusto. La mia conversione è iniziata dalla solitudine. Le notti purtroppo erano da incubo. Sentivo continuamente la presenza di qualcuno. Sognavo in alternanza diavoli e angeli. E’ comparsa una paura che non mi lasciava mai. E’ comparsa l’insonnia con le sue conseguenze: bere alcool per aiutarsi a dormire e dopo, temendo una dipendenza, i farmaci.
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Dio mi ha liberato da tutto questo dopo un po’ di tempo. Pensavo che tutto andasse per il verso giusto. Purtroppo, i problemi sul lavoro e la solitudine si facevano sentire, ma ero così bloccata nei confronti degli altri che non ero in grado di aprire il mio cuore a nessuno.
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Un giorno mi sono ricordata del Diario di Suor Faustina Kowalska. Avevo sempre voluto leggerlo. E così tutto è cominciato. Il Diario mi ha colpito molto. Una notte ho avuto un sogno: Gesù sofferente sulla croce mi chiamava a sé dicendo: “Vieni a me!”. Di fianco, su un altare, c’era una foto di Suor Faustina Kowalska. Girata la foto però, ho visto terribili segni diabolici che scottavano. Dopo questo sogno ho offerto tutta la mia vita a Gesù. Tutta la vita, senza alcun compromesso. Poco dopo è nata in me una grande fame della Santa Comunione. Avevo un grande desiderio di riceverla tutti i giorni. Ricordo ancora l’ultima lettura del Vangelo durante quella che credo fosse l’ultima messa della mia vecchia vita. Era la storia degli apostoli terrorizzati sul mare, di notte, durante la tempesta e di Gesù che cammina sull’acqua e dice: “Coraggio. Non temete. Ci sono qua io”.
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E qui finisce la mia vecchia vita.
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Sono comparsi poi la depressione e fortissimi disturbi di ansia. Non avevo più forza per fare nulla. Sono finita a casa dei miei genitori con la dimissione del medico psichiatra, stesa nel letto e con la paura di guardare addirittura fuori dalla finestra. Guardandomi indietro ora posso constatare di aver vissuto la mia stessa morte. Purtroppo i farmaci non aiutavano. Poco dopo, tuttavia, è arrivato l’aiuto: la Novena alla Madonna di Pompei. Me ne aveva parlato la moglie di mio fratello. Ho cominciato a pregarla. Riuscivo ad alzarmi dal letto solo dopo averla recitata. La Novena mi calmava e sentivo nel mio cuore serenità e l’amore materno della Madre di Dio. Allo stesso tempo tuttavia, sentivo una completa mancanza della presenza di Dio nella mia vita. Poco dopo sono comparsi pensieri suicidi. Ma non erano miei pensieri. Erano pensieri che venivano da dentro. Gridavano che sono uno zero, una buona a nulla, che non valgo niente, che nessuno ha bisogno di me e che per me non c’è più nessun aiuto. “Suicidati!”- ho sentito nella mia testa. Ho resistito. Ho concluso la novena nonostante tutto e ho cominciato a sentirmi sempre meglio.
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La Madonna mi ha trovato un fidanzato, che poi è diventato mio marito. Non è stato facile perché sulla nostra strada si sono presentate alcune difficoltà. Mia mamma era contraria alla nostra relazione, e la famiglia di lui pure. Tutto ciò era strano, incomprensibile. Non riconoscevo mia madre, si comportava come se qualcosa l’avesse posseduta. Aggiungo che mio marito è un uomo molto buono, non ha dipendenze, ha una sua ditta. Avevamo l’impressione che qualcuno non volesse che ci sposassimo. Ma ci siamo sposati lo stesso, nel santuario di Gietrzwald. Durante il matrimonio ho offerto a Maria tutta la mia vita e il mio matrimonio.
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Oggi sono un’altra persona. No, non sono ancora pienamente guarita. Ma ogni giorno sto meglio. Sono tornata al lavoro. Gesù mi “ricostruisce” dalle basi. Mi fa comprendere la natura dei miei conflitti interni, le sofferenze di cuore che rigettavo, e si prende tutto via.
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Non ho rinunciato al rosario, non posso vivere senza. Continua a rendermi serena e mi dà la pace del cuore. Guardo al futuro con Serenità.
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Magda
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Testimonianza presa dal sito :
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https://deon.pl/wiara/swiadectwa/matka-boza-znalazla-mi-narzeczonego-ktory-wkrotce-stal-sie-moim-mezem-swiadectwo,1654823
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