Cari amici! Oggi tocchiamo l’unica vera ricchezza della Chiesa Cattolica, il vero tesoro. No, non sto parlando del patrimonio immobiliare della Chiesa (serve anche quello), o della Banca Vaticana, ma della Santissima Eucaristia. Dobbiamo farci alcune domande: che importanza diamo alla Santissima Eucaristia – che il Concilio Vaticano II – definisce “Fons et culmen” della vita della Chiesa? Quante volte gli stessi sacerdoti con la loro scarsa formazione liturgica, con stravagante creatività, hanno banalizzato la S. Messa, compiendo dei veri e propri abusi?
E per noi che cos’è la Santa Messa? La consideriamo come una festa tra amici? Come un pasto frugale? Un mero ritrovo in cui ci facciamo coinvolgere per cantare canzoni da testi e musica di dubbio gusto? È soltanto il luogo in cui la comunità celebra se stessa? Potremmo andare avanti… Purtroppo, in molte liturgie degli ultimi 60 anni si evince una errata e fuorviante comprensione della Santa Messa. Ci siamo dimenticati troppe volte, che non siamo noi i protagonisti della liturgia, non ne siamo noi gli ideatori, (nemmeno il sacerdote, il vescovo o il papa), non siamo noi il centro, ma si tratta di una realtà realmente celeste, nella quale siamo chiamati ad inserirci con umiltà, rispetto e devozione.
Dobbiamo constatare che la S. Messa, in ambito cattolico ha subito tentativi di “alterazione” della sua autentica realtà. Anche nella Chiesa Cattolica a volte non abbiamo ben chiaro se si tratta di una cena o di un Sacrificio. Questo dato è uno dei segnali più preoccupanti che denotano una infiltrazione all’interno della dottrina della Chiesa di un pensiero non cattolico. Ma andiamo al dunque: sono i cristiani protestanti ed evangelici che non credono che la messa sia il rendersi presente del sacrificio della croce, e non credono nella transustanziazione, infatti usano chiamarla col nome di “Santa Cena” o “Cena del Signore”. Per loro, si tratta della ripetizione di un gesto, che tuttavia, rimane privo di contenuto, è solo il ricordo di quel momento ormai passato, non vi è alcuna presenza.
E per noi cattolici? Di che si tratta? Andiamo a vedere brevemente alcuni passaggi del Catechismo: «L’Eucaristia è il memoriale della pasqua di Cristo, l’attualizzazione e l’offerta sacramentale del suo unico sacrificio, nella liturgia della Chiesa, che è il suo corpo» (CCC n. 1362).
Quell’unico sacrificio di Cristo avvenuto duemila anni fa, si attualizza in ogni Eucaristia. Le parole dell’Ultima Cena di Gesù anticipano ciò che porterà a compimento nella sua passione/morte/risurrezione. Occorre avere ben presente questa connessione perché è vero che il sacerdote durante la consacrazione ripete le parole dell’ultima cena, ma la Santa Messa ha – per così dire – la “forma” della cena, ma il contenuto è l’unico sacrificio di Gesù. Infatti «L’Eucaristia è dunque un sacrificio perché ripresenta (rende presente) il sacrificio della croce, perché ne è il memoriale e perché ne applica il frutto». (CCC n. 1366). In un altro passaggio il catechismo continua:
Il sacrificio di Cristo e il sacrificio dell’Eucaristia sono un unico sacrificio: « Si tratta infatti di una sola e identica vittima e lo stesso Gesù la offre ora per il ministero dei sacerdoti, egli che un giorno offrì se stesso sulla croce: diverso è solo il modo di offrirsi ».« E poiché in questo divino sacrificio, che si compie nella Messa, è contenuto e immolato in modo incruento lo stesso Cristo, che “si offrì una sola volta in modo cruento” sull’altare della croce » (CCC n. 1367).
Potremmo dire che il Gesù del calvario è lo stesso Gesù che si fa presente in ogni celebrazione. Ma non basta. Noi come possiamo realmente partecipare? In cosa consiste la tanto predicata “partecipazione attiva”? Nel trovare necessariamente qualcosa da fare per creare un po’ di movimento e “animazione”? Andiamo ancora a leggere un altro passaggio del catechismo:
“L’Eucaristia è anche il sacrificio della Chiesa. La Chiesa, che è il corpo di Cristo, partecipa all’offerta del suo Capo. Con lui, essa stessa viene offerta tutta intera. Essa si unisce alla sua intercessione presso il Padre a favore di tutti gli uomini. Nell’Eucaristia il sacrificio di Cristo diviene pure il sacrificio delle membra del suo corpo. La vita dei fedeli, la loro lode, la loro sofferenza, la loro preghiera, il loro lavoro, sono uniti a quelli di Cristo e alla sua offerta totale, e in questo modo acquistano un valore nuovo. Il sacrificio di Cristo riattualizzato sull’altare offre a tutte le generazioni di cristiani la possibilità di essere uniti alla sua offerta” (CCC n. 1368).
«L’Eucaristia è anche il sacrificio della Chiesa». Ma ci rendiamo conto! Noi possiamo partecipare realmente in modo attivo al sacrificio di Cristo unendo tutta la nostra vita a Lui, associandola alla Sua. Divenire una cosa sola con Lui che si sacrifica e si offre ogni giorno . Questa è l’unica via, per comprendere in cosa consiste la Santa Messa, entrare nella sua essenza, in quanto, altro non è che “il cielo che si affaccia sulla terra”.
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